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martedì 5 aprile 2011

Un occasione per giocare fare raccontare


Illustrazione di Kate Sutton

 L’ABC dell’ officina ludico-creativa

Come progettare e realizzare  attività ludiche  e  laboratori creativi con i bambini in contesti educativi extrascolastici 

Il corso si rivolge a   studenti, educatori ,insegnanti, educatori centri estivi, ludoteche.                                                                         

Con questi incontri si propone di  sperimentare alcune tecniche, strumenti e metodi efficaci nell’organizzazione e nella gestione di attività di laboratorio e gioco con i bambini, intese come momenti fondamentali di un educazione che si basa sul fare, sul fare insieme e sulla possibilità di esprimersi attraverso la sperimentazione di vari linguaggi.

Le attività saranno esclusivamente interattive e laboratoriali.
       

Sabato   17 Settembre
         10.00  – 13.00   Gioco e relazioni
         14.00 – 17.00   Giocare con in corpo

        Sabato  1 Ottobre
         10.00 – 13.00  Il metodo narrativo
         14.00- 17.00    Il teatro con i bambini

        Sabato  15 Ottobre
         10.00  - 13.00  La creatività     
         16.00 – 18.00  Realizzare un momento ludico creativo

Come verifica del corso: si prevede l’organizzazione di un evento extra-scolastico di giochi e laboratori per i  bambini della ludoteca la  Mondolfiera.
Sede  del corso e dell’evento finale Ludoteca la Mondolfiera via dell’Anconella 3 Firenze

Per partecipare al corso è prevista una quota di adesione di 60€
La quota comprende i 3 sabati di formazione, dispense, schede, fotocopie, materiali. Il corso parte con 10 iscrizioni

Per informazioni e iscrizioni tel.055 2207455  Ludoteca la Mondolfiera Lun. Merc, Ven dalle 10.00 alle 12.00  e dal Lun al Ven dalle 16.00 alle 19.00 o ghigoasmar@iol.it  

domenica 13 marzo 2011

Un viaggio, una torre, un leone … La festa del Laboratorio permanente per la Pace

Un leone a parigi di  Beatrice Alemagna




















Chi ha partecipato quest’anno alla festa del Laboratorio per la pace si e’ ritrovato a viaggiare per le strade di Parigi, tra colazioni nei caffe’  tradizionali, visite alla Gioconda, gite panoramiche alla torre Eiffel e attese alle fermate del metro’.
Il tema del viaggio ha infatti ispirato la Festa di Carnevale 2011 in cui i bambini e i loro genitori  hanno trovato  le postazioni di tre laboratori, i giochi danzanti e la partenza con un treno immaginario che si muoveva al ritmo di una filastrocca francese, conducendoci all’ultimo appuntamento: la lettura con proiezione del bellissimo libro di Beatrice Alemagna “Un leone a Parigi”.
Non a caso e’ stato scelto questo libro, perche’ parla di un viaggio in una delle piu’ belle citta’ del mondo, ma anche e soprattutto perche’ racconta di una partenza alla ricerca di se stessi, di un lungo percorso per trovare un  luogo dove stare.
La storia di Beatrice Alemagna e le sue bellissime illustrazioni ci fanno riflettere su uno dei grandi motivi che porta la gente a lasciare la sua casa: la ricerca di un altrove dove ci sia la liberta’ e la possibilita’ di potersi realizzare. E infine questa e’ una storia scritta da una donna, una giovane talentuosa artista che per lavorare e realizzarsi appunto e’ stata costretta a lasciare l’Italia, un fatto importante su cui pensare nella ricorrenza di un 8 marzo rimasto un po’ nascosto sotto le  stelle filanti e i coriandoli.

domenica 27 febbraio 2011

Fermati e ascolta....

Nella serata di Venerdì 25 febbario  dalle ore 21
un incontro  delle Letture di Mutuo Soccorso dedicato alle

Illustrazione di Valerio Vidali

STORIE  DI MIGRAZIONE





Durante la serata proiezione del film
“Pane e cioccolata”di F. Brusati
Visione della mostra
“Una storia di migrazione che mi riguarda”
Cerchio di racconti di viaggi, di spostamenti vicini e lontani  piccole storie da condividere


Una buona occasione per fermarsi ad ascoltare….

Mia madre mi parlava poco nella lingua della città dove era nata, Barcellona. Per me era un posto lontano dove lei piccola camminava sui grandi viali con le palme pettinata con i boccoli che mia nonna per ore inanellava con l’acqua di colonia, uno a uno, e il fiocco in testa. Stava fuori fino a tardi nelle notti d’estate perché là anche i bimbi piccoli potevano andar a letto tardi, non come noi che eravamo a letto dopo Carosello e anche se era ancora giorno fa niente. Di quella lingua bella e musicale non mi ha insegnato nulla perché in casa parlavano italiano, ma mi ricordo bene due filastrocche che da bambine ci recitava spesso a me e a mia sorella. Così di quei primi 18 anni di mia madre in una grande città lontana e in un lingua diversa, mi rimangono soprattutto queste parole in una lieve cantilena…tengo una muñeca vestita de azul con su camiseta e su sotanas su….


Mio nonno, al ritorno dalla Cina, non più giovane, si fermò in Italia: prima qualche anno a Roma e poi in Toscana, dove sposò una giovane delle montagne pistoiesi, donna sana e forte che lo accudì in vecchiaia e gli diede 5 figli.  Si dice che il Nonno Giovanni fosse un rabdomante, in montagna lo ricordano in giro con i legnetti tipici per trovare le sorgenti d’acqua sotto terra, era affascinato dell’esoterico e dalle credenze magiche, aveva cimeli provenienti da luoghi diversi del mondo che lo circondavano di una aria un po’ misteriosa, magari erano solo souvenir ma per le persone di quel tempo erano oggetti pieni di fascino e magia.  C’è chi dice che fosse un medium e parlasse con gli spiriti. Io credo che fosse solo un uomo un po’ eccentrico, molto studioso e curioso, un po’ egocentrico ( si continuava a firmare Von Hoffmann, come per  ribadire una sua vena di nobiltà). Ha fatto studiare i suoi figli, anche le ragazze, ma non è stato molto affettuoso con loro. Di lui e nella mia famiglia rimane solo un lontano ricordo di un avo viaggiatore ed eccentrico dal quale tutti, nel più profondo,  pensiamo di aver preso qualcosa 

Mia madre ha lavorato in Libano insegnando l’Italiano ai libanesi che volevano venire a studiare in Italia e mio papa era funzionario all’aeroporto di Beirut.
Durante le feste tutti quanti ci si trovava a casa dei nonni. Eravamo cosi numerosi che si doveva qualche volta fare due turni per mangiare, prima mangiavano i più piccoli e dopo i grandi. Era una Babele di lingue, un miscuglio di Italiano, Francese, Inglese, arabo e Armeno. Stranamente tutti ci si capiva bene, non c’era bisogno di interpreti. Per gli stranieri della mia famiglia era una festa ricevere i parenti che provenivano dall’estero durante l’estate. Era una festa per tutti perché l’ospitalità del Libano voleva che chiunque che viene da fuori si possa trovare come se fosse a casa sua.
Mia madre dopo tanti anni ha imparato la lingua araba letta e scritta (anche se con qualche difficoltà). Ha imparato la cucina libanese, la politica libanese e le parolacce in arabo. Vive sempre in Libano che è ormai la sua patria pur amando sempre l’Italia.

Gli incontri di Letture di Mutuo Soccorso si svolgono presso Circolo SMS via Pratese 48 Firenze

sabato 19 febbraio 2011

Con tutti i "mal di pancia"

Illustrazione di B.Alemagna
Il 18 Febbraio, si è riunito, al Laboratorio permanente per la Pace, il gruppo di studio sul tema del razzismo. Il gruppo è piccolo ma ben assortito, quindi avremo la possibilità di confrontarci da punti di vista diversi. L’incontro di oggi è servito principalmente per conoscerci un po’, capire cosa ci ha spinto a partecipare e quali siano le questioni che ci interessano maggiormente.
Intendiamo affrontare il tema del razzismo partendo da una dimensione di totale sincerità, senza ipocrisie, mettendo a nudo le nostre difficoltà, tutti i “mal di pancia” che questo tema può provocare. Con la percezione di non essere affatto indenni da idee razziste, stereotipi e pregiudizi. Accogliendo i disagi e le frustrazioni derivanti da esperienze quotidiane che ci mostrano una realtà conflittuale e problematica del rapporto con l’altro (sia  con “gli stranieri” che con “i razzisti”). La difficoltà a governare, prima di tutto in noi stessi, le emozioni che l’incontro-scontro con alcune realtà ci provoca. L’idea è quella di lavorare senza ipocrisie, senza giudicare, cercando di osservare le cose da diversi punti di vista. Dopo aver parlato per circa 2 ore, cercando di far emergere tutte le posizioni, abbiamo provato a individuare alcuni temi particolari sui quali concentrare l’attenzione:
1)      Quali sono le basi del razzismo? psicologiche, antropologiche, sociologiche. Cosa è che muove negli uomini il comportamento razzista? Che tipo di sentimenti e di emozioni sono dietro a questo fenomeno?
2)      Il tema dell’IDENTITA’, come si costruisce l’identità, come si confrontano identità diverse, che relazione c’è tra la percezione identitaria e il fenomeno del razzismo? Perché e quando l’identità si sente minacciata? Perché e quando l’atto di decentrarsi e/o di mettersi nei panni dell’altro viene percepito inutile o addirittura rischioso per la propria identità?
3)      Quali sono le possibili strategie, i comportamenti, le azioni, che ognuno di noi può mettere in gioco per  innescare un cambiamento di rotta, per sentirsi più coerenti nella relazione con l’altro e fare dei piccoli passi verso dimensioni evolutive e aperte al cambiamento (sia dentro che fuori di noi).

Ci siamo lasciati fissando un nuovo appuntamento per la fine di Marzo, al quale ognuno porterà qualcosa da discutere sul primo argomento.
 B.Hoffmann

Se qualcuno è interessato a partecipare di persona o con un contributo di riflessione e materiali può contattare Barbara Hoffmann all'indirizzo ghigoasmar@iol.it

sabato 4 dicembre 2010

Dopo il "bianco natale" ci tocca sentire pure questo.....

Questo sabato spruzzato di neve mi sentivo radio tre, a volume bassissimo per non svegliare mio figlio grande che ancora se la dormiva, e ascoltavo la rassegna delle pagine culturali (c'è tutti i giorni alle 9 e si può riascoltare in podcast) verso la fine la conduttrice ha letto parte di quest'articolo preso dal Il mulino rivista on line
Vi posto l'articolo per evitarvi la fatica di andar sul sito ma un giretto fatevelo comunque ...è una rivista interessante.
L'articolo mi pare un buon spunto per riflettere sul tema del razzismo su cui lavorerà il  gruppo di studio che partirà a Febbraio negli spazi del Laboratorio permanente per la Pace...ma  spero che ognuno di noi trovi uno spazio dentro di sè per rifletterci comunque sempre sopra....
buona lettura

Te piace ‘o presepe?
di Roberto Escobar, 29 novembre 2010
«Nun me piace ‘o presepe», insiste il Tommasino di Natale in casa Cupiello. Ha un bel provarci il padre Luca, durante i tre atti della commedia di Eduardo De Filippo: «Te piace ‘o presepe?... Te piace ‘o presepe?... Te piace ‘o presepe?». Capatosta, quello non molla. Che cosa resterebbe del suo amor proprio, se ammettesse d’aver cambiato idea? È un lusso, cambiare idea. Richiede autoironia, e una buona dose di fiducia in se stessi. Soprattutto, richiede intelligenza. Dunque, se non cambia idea, Tommasino è stupido?
Lasciamo impregiudicata la questione, e da quel di Napoli saliamo per settecento chilometri verso Nord. Qui ne troviamo un altro, di Tommasino (senza offesa per Eduardo). Si chiama Cadeo Maurizio, e ancora per qualche mese è assessore della giunta milanese. Per la precisione, è assessore al Decoro urbano. Un sostantivo e un aggettivo impegnativi: decoro e urbano.Di recente questo Tommasino up to date ha riempito di sé le cronache, e non solo quelle della sua (ahinoi) città. Il fatto è noto, appunto. Avvicinandosi il Natale, il Cadeo Maurizio fa appendere auguri luminosi anche nella famigerata via Padova, piena di gente che ne combina d’ogni colore, dal biancastro celtico (autocertificato) all’ebano africano, passando per il giallo cinese. Tutto sarebbe normale, compatibilmente, se qualche subdolo estremista del 25 dicembre non intervenisse a moltiplicare le lingue degli auguri: non solo italiano, ma anche spagnolo, rumeno, arabo, cinese… Proprio come se Milano fosse una metropoli d’Europa, e non la capitale della Padania.
È troppo. Il Cadeo Maurizio non si tiene. Il “presepe” gli pare di pessimo gusto, e lo fa smontare ancor prima che l’accendano. Poi, preoccupato di dare al gesto decoro e urbanità – in fondo, è il suo mestiere –, sentenzia che non è con le luminarie che si fa integrazione. Purtroppo si interrompe qui, e non spiega in quale altro modo la si possa fare.
Qualcuno in città cerca di farlo recedere. Ecchessarammai? Tutto si riduce a un tot di «¡Felicidades!», un po’ di «Urări», qualche «التحيات» (quanto al cinese, lasciamo perdere). È una stupidaggine, appunto. Nessuno ci morirà, forse neanche il De Corato Riccardo. Niente da fare. ‘O presepe nun je piace, all’assessore. Via Padova, argomenta da par suo, è «una via milanese, non è una via del mondo che non ha proprie radici in questa città».
Ora non domandatevi dove mai affondino le radici di una strada, se non nelle fogne. E neppure domandatevi dove accidenti stia, via Padova, se non è “del mondo”. Bisogna capirlo, il Cadeo Maurizio. Sono vent’anni che la sua (ahinoi) città è in balia di gente che la pensa come lui. Di gente, per intenderci, che invece di amministrarla l’ha legata stretta con l’ideologia delle radici, e con la mitologia della paura. Anzi, diciamola tutta: l’Italia intera è governata da gente che nun je piace ‘o presepe, a meno che non parli lo stretto dialetto dell’odio. Da gente, ancora, che non può permettersi il lusso di cambiare idea. Se per un bisogno improvviso d’urbanità, o anche solo d’autoironia, provassero a farlo, non saprebbero più chi sono. O forse scoprirebbero finalmente chi davvero sono. E non sarebbe una scoperta decorosa.
P.S. Se dall’altro mondo riesce a leggerci, Eduardo ci perdoni per il confronto tra il Cadeo Maurizio e Tommasino. Il quale è si capatosta, ma non al punto d’essere stupido.
da Il mulino rivista on line

martedì 30 novembre 2010

Gruppo di studio autogestito sul tema del razzismo


immagine tratta dal giornale on line "il manifesto sardo"

Al Laboratorio permanente per la Pace si sta  avviando un gruppo di studio sul tema del RAZZISMO;
 si tratta di un gruppo di persone interessate a confrontarsi,  condividere delle letture, consultare documenti e materiali vari inerenti al tema.  L’intento principale è quello di comprendere meglio il fenomeno, sviluppare un maggior senso critico e una maggiore consapevolezza nell’interpretare alcune dinamiche sociali del nostro tempo. Speriamo anche di poter raccogliere dei materiali adatti ad affrontare questo tema anche in contesti educativi: fare una bibliografia ragionata, una filmografia, o una sitografia da poter lasciare al Laboratorio permanente per la Pace come strumento per le scuole e per chi ne sia interessato.
Il gruppo si organizza in incontri autogestiti e sarà seguito da Barbara Hoffmann come partecipante, coordinatrice del gruppo e referente per il Laboratorio permanente per la Pace. Il Laboratorio mette inoltre a disposizione la propria biblioteca, gli strumenti tecnici (computer, proiettore, ecc.) e la sede per gli incontri.
Mercoledì 22 Dicembre alle 12.30 si invitano gli interessati ad incontrarsi al Laboratorio permanente per la Pace in via delle Panche 26 Firenze per definire un calendario di 3 o 4 incontri da tenersi tra Febbraio e Maggio 2011 e confrontarsi su come procedere e per condividere alcuni materiali a cui fare riferimento per iniziare a costruire una cornice di lavoro condivisa.
Chi fosse interessato, ma impossibilitato a partecipare all’incontro di Mercoledì 22 Dicembre, può mettersi in contatto con il Laboratorio permanente per la Pace attraverso il n. di telefono 055 419842                                o all’indirizzo e.mail  info@laboratoriopermanenteperlapace.it

venerdì 15 ottobre 2010

Un nuovo incontro di Letture di Mutuo Soccorso


Venerdì 22 ottobre ore 21
Per gli incontri di Letture di Mutuo Soccorso
presso SMS via Pratese 48 Firenze


Simone Siliani presenta

“L’economia giusta” un libro
di Edmondo Berselli

In quali condizioni l’Europa riuscirà a riemergere dalle spire della recessione? La necessità del ritorno di un mercato orientato alla società.


Edmondo Berselli, recentemente scomparso nell’Aprile 2010, classe 1951, era nato il 2 febbraio a Campogalliano, in provincia di Modena. Riservato e fine intellettuale, giornalista e scrittore, nella sua vita letteraria ha scritto di sport, televisione, politica e cultura, aveva lavorato tra l'altro per Il Sole 24 ore e per La Stampa. La sua ultima attività giornalistica si è svolta all'interno del Gruppo Espresso sia per il settimanale che per il quotidiano La Repubblica. (Fonte: Ansa)

Spunti di riflessione

Negli ultimi tempi non compro quotidiani, in realtà compro solo L’Internazionale che è un settimanale di cui consiglio la lettura a tutti. Così mi informo soprattutto attraverso la radio, il web, (anche perchè ho la televisione, ma non l’antenna) e guardando in streaming alcuni programmi (i pochi decenti sulla rai) di approfondimento.
Non vado quasi mai sui siti dei quotidiani, ma ogni tanto apro quello dell’ Unità, da quando ne è diventata direttrice Concita de Gregori mi piace leggere i suoi editoriali.
Trovo che il sito sia molto funzionale e facile da consultare. E’ stato così che l’altro giorno ho visto lo spazio curato da  Igiaba Scego, una scrittrice e giornalista nata in Italia, a Roma, da una famiglia di origini somale. Aprendo la rubrica della  Scego ho letto questo breve articolo che  vi riporto, penso potrebbe essere un spunto interessante per riflettere, anche coi ragazzi visto che si fa riferimento ad una trasmissione televisiva molto famosa anche tra i giovanissimi. A me ha fatto pensare….
Sandra Caciagli


IGIABA SCEGO dal sito de  l’Unità

Esame di italiano

Sere fa mi sono imbattuta in rete in un faccia a faccia trasmesso dalle Iene. La iena Giulio Golia ha smontato pezzo per pezzo la dichiarazione dell’assessore del Comune di Roma Laura Marsilio. L’assessore aveva dichiarato (riferendosi alla questione dei figli di migranti, le cosiddette seconde generazioni): «Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri». Non stranieri??? Quindi stranieri. Per l’assessore Marsilio se sei nato in Italia e sei nero o hai gli occhi a mandorla non sei (e forse non lo sarai mai) italiano. Questo, fa giustamente notare la iena Golia, è molto grave soprattutto se detto da un assessore alla scuola. Golia per dimostrare la sua tesi mette a confronto Marsilio con due ragazzi romani, romanisti di origine nigeriana. Lo show, anche se a fin di bene, mi ha rattristato parecchio. Da una parte c’era l’assessore che non si arrendeva all’evidenza di trovarsi davanti a due italiani neri. Continuava a dire che i due ragazzi «sono portatori di una cultura diversa». Dall’altra però c’erano questi due ragazzi neri italiani costretti dalle circostanze a dimostrare il loro grado di italianità: «tifiamo la “Maggica”, “me so magnato du porzioni de matriciana fatta da mi madre”, “la mi ragazza è italiana”, “non parlo il nigeriano”. Perché, mi chiedo, noi figli di migranti dobbiamo dimostrare quanto siamo italiani? Ho pensato che io figlia di migranti nata in Italia non ho mai mangiato la carbonara. Questo fa di me una straniera? Mi sono ricordata di Zhanxing Xu una figlia di migranti come me. A lei piace il riso e non la pasta, non ama il calcio e studia il tedesco. Zhanxing Xu si sente italianissima, perchè è qualcosa di insito in lei. In una sua lettera che gira in rete scrive: «Non ho bisogno di tingermi di verde, bianco e rosso per sventolare ciò che sono».
12 ottobre 2010





venerdì 8 ottobre 2010

Per confrontarsi sul tema dell'intercultura


La scuola interculturale


Al Laboratorio permanente per la Pace,  Centro interculturale del Q5 di Firenze 


Un corso rivolto ad insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria
 
Tra  Novembre e Dicembre 2010 si organizza un ciclo di 4 incontri sul tema dell’educazione interculturale. Il corso si svolgerà per 4 Lunedì dalle 17.00 alle 19.00.

 Il corso verrà attivato al raggiungimento di 10 iscritti.

Elementi di educazione interculturale: concetti base, materiali, strumenti, esperienze,  per lavorare nella scuola con un’ottica interculturale.
Il corso prevede attività interattive e  laboratori per confrontarsi sulla possibilità di rendere interculturale la nostra scuola attraverso tanti piccoli gesti e lo sviluppo di uno sguardo attento, capace di lavorare meglio nel contesto multiculturale nel quale operiamo.

Corso rivolto ad insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria

Il corso è gratuito e inserito nelle attività formative del Laboratorio permanente per la Pace del Q5 di Firenze

Lunedì 29 Novembre  
Educazione interculturale/educazione multiculturale, in equilibrio tra ciò che ci unisce e ciò che ci differenzia.

Lunedì 6 Dicembre    
Comunicare in contesti interculturali: gesti, atteggiamenti e comportamenti che comunicano. La lingua e le lingue: promuovere il plurilinguismo a scuola.

Lunedì 13 Dicembre  
L’incontro con le famiglie: dall’accoglienza alla partecipazione contribuire alla costruzione di nuova cittadinanza.

Lunedì 20 Dicembre   
Creare lo spazio per l’ottica interculturale nella normale programmazione

Per informazioni, comunicazioni  e iscrizione si comunica attraverso e-mail.
Referente per l’iniziativa Barbara Hoffmann

giovedì 7 ottobre 2010

Primo incontro delle Letture di Mutuo Soccorso


Venerdì sera ricominciano le presentazioni degli autori nell'ambito dello spazio di confronto culturale presso il circolo SMS di Peretola.
Siete tutti invitati a partecipare
Venerdì 8.10.10, ore 21.00     
SMS via Pratese 48 Firenze
Graziano Ghinassi  
Appesi a un filo d’acqua, scenari di uso insostenibile dell’acqua


mercoledì 6 ottobre 2010

Riprendono le attività al Laboratorio permanente per la Pace
Martedì 5 Ottobre 2010 si è svolta  la festa di apertura stagione del Laboratorio permanente per la Pace sotto il titolo: “ Bonjour, hello , hola e chi sei tu?”
Le attività proposte ai numerosi bambini che si sono presentati con le loro famiglie erano tutte incentrate – come d’abitudine- su un unico tema. Questa volta le educatrici hanno preparato un pomeriggio dedicato al  gioco con le lingue. Come ci si saluta in Albania? Come si dice ciao in arabo? Disegnando, ballando, ridendo si impara... e meno male che ci sono la bambina bilingue, figlia di marocchini e la mamma albanese che correggono la nostra pronuncia incerta!
Ogni bambino ha ricevuto al suo arrivo una cartolina postale indirizzata al Laboratorio, un saluto in una lingua straniera e un compito da svolgere: salutare con questo saluto più persone possibile e farsi firmare la cartolina. Alla fine della serata la casetta postale del servizio era ben colma di belle cartoline con saluti in tante lingue del mondo!  Qualche gioco di gruppo  e un racconto animato concludono la festa in onore del plurilinguismo, competenza che diventerà indispensabile per i cittadini del mondo di domani!  
Il  Laboratorio  permanente per la Pace è un servizio del Quartiere 5 di Firenze che opera sul  territorio dal 1993 offrendo  alle scuole e alle famiglie occasioni di incontro, di sensibilizzazione e di formazione nell’ambito dell’educazione ai diritti,  agli stili di vita sostenibili ,  alla pace e dell’educazione interculturale

mercoledì 29 settembre 2010

lavorare insieme

Quest’anno parte con una nuova idea da sperimentare:
con alcune insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia  stiamo provando a lavorare insieme in una maniera nuova della quale mi piacerebbe parlarvi.
Alla fine dello scorso anno scolastico ho incontrato un paio di volte il gruppo delle insegnanti che volevano confrontarsi con me sul tema dell’aggressività in classe per cercare di capire insieme come affrontare il problema.

Negli incontri abbiamo cercato di definire meglio possibile il tema sul quale volevamo lavorare:
  • riflettendo su quali fossero i comportamenti che per noi erano aggressivi o che percepivamo come tali
  • cercando di distinguere tra i comportamenti inadeguati e aggressivi e quelle che erano le emozioni che ci stavano dietro, concordando che queste dovevano trovare le modalità e gli spazi per essere accolte
  • osservando le nostre reazioni e i nostri sentimenti quando ci troviamo di fronte a situazioni che percepiamo come aggressive e inadeguate.

Ci siamo lasciate con l’idea di leggersi qualcosa durante l’estate e pensarci un po’ e con l’impegno a rivederci  i primi di Settembre per decidere come lavorare durante il  nuovo anno.

A Settembre ci siamo incontrate e abbiamo deciso di iniziare un  lavoro di ricerca-azione nel quale le insegnanti coinvolte si impegnano a sviluppare delle azioni mirate nel loro lavoro quotidiano in classe e confrontarsi con me e con le colleghe in itinere.

Si è deciso di dividerci in  gruppi di lavoro scegliendo delle cornici tematiche di riferimento su cui lavorare tra “comportamenti”, “modalità di relazione” o “tematiche particolari” per costruire  un fondo integratore adeguato e attivare dei cambiamenti nel clima di classe aiutando noi e i bambini a imparare a comunicare in maniera meno aggressiva e più efficace.

I gruppi di lavoro si sono formati in base all’interesse personale degli insegnanti coinvolti cercando di creare dei gruppi non eterogenei per classi. Si è pensato che la trasversalità fosse, anzi, una ricchezza da tenere presente durante gli incontri di elaborazione delle esperienze.

Durante l’anno ci troveremo alcune volte tutte insieme e altre a piccoli gruppi per monitorare il lavoro. Poi cercheremo di documentare l’esperienza.

Barbara Hoffmann

martedì 7 settembre 2010

per cominciare bene visivamente

Un immagine di Beatrice Alemagna per un approccio visivo piacevole....

ci proviamo

Infine abbiamo creato uno spazio parallelo per confrontarsi sui temi che riguardano l'educazioni trasversali appena ci orientiamo meglio scriveremo anche qualcosa di più intelligente .....