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giovedì 9 giugno 2011

Quando il mare entra in una stanza

E' da un po' di tempo che ho voglia di parlare di un luogo, uno di quegli spazi a cui ho pensato quando ho scelto il sottotitolo di  questo blog. 
E' uno spazio fisico un luogo di incontro di infanzia di scambio, ma anche uno spazio emotivo importante in cui si muovono bambini e adulti, persone grandi e piccole. Un luogo "capace" nel senso di ampio accogliente, che respira, ascolta, risuona, gioca attraverso le figure che lo abitano.
In questo luogo accadono molte cose, ultimamente c'è nè stata una in particolare (che ho vissuto solo di riflesso)  che ha colpito la mia immaginazione e ho chiesto a Giulia, che lavora/ abita  questo spazio con me, di raccontarla . Ecco le sue parole e le sue foto come sono approdate fino a me:



Presso la ludoteca La Mondolfiera nel maggio 2011 ho accompagnato Alessandro Verdecchia, esperto in musicoterapia, nel progetto "L'amplificazione dei segni".
In particolare il segno del Mare è stato sviluppato in molteplici aspetti, dal lasciarsi andare alla duttilità propri dell'elemento acqua.
Il materiale era semplice e di grande suggestione, come una grandissima stoffa blu, da scuotere e vivere sopra e sotto, o teli di nylon leggerissimi come il vento, lieve o potente.
Il potere del suono del tamburo hang e dell'indiano santur, ma anche di altri strumenti incantava ed avvolgeva dall'interno ogni singolo partecipante, il quale, con il grande stimolo di un'età molto diversificata (da 10 mesi a 40 anni circa), era portato naturalmente ad interpretare il segno-mare in infinite forme.
Emozionante nel processo di raccoglimento in sé ed espressione di sé.

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