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venerdì 28 marzo 2014

Passeggiando con Alice



Ascoltando Alice

In Ludoteca  nei mesi invernali abbiamo proposto la lettura di alcune parti del capolavoro di Lewis Carrol “Alice nel paese delle meraviglie” . 


Dipingendo il Bianconiglio
Ultimamente in preparazione dell’incontro finale del percorso ho ricercato, senza risultato,  l’edizione che leggevo da bambina di cui ricordo perfettamente la copertina.  Era un libro appartenuto a mia madre,  quindi risalente agli anni 50 e le illustrazioni erano in puro stile anni 50 sia per la tavolozza cromatica con azzurri polvere e neri profondi, sia per le linee delle figure leggermente spigolose. 
Il croquet
L'esercito della Regina di cuori
 



 
Girovagando nella rete
 seguendo le tracce di “Alice”,   
ci si rende conto di quanto potente sia stato l’immaginario costruito da  Carrol. 




“Alice in wonderland” è stato illustrato  innumerevoli  volte,  ha ispirato moltissimi artisti (passando da Dalì e arrivando a Tim Burton), e ci sono migliaia di oggetti d’arte e artigianato che si rifanno ai suoi personaggi e al suo  mondo. 

Ma ciò che ci rimane di lei, è soprattuttoil suo sguardo bambino serio e giocoso. 

Credo che nei libri di Carrol si trovi una storia che ci  racconta qualcosa che tutti abbiamo posseduto almeno una volta tanto tempo fa: 
il senso di normale follia, la capacità  unica dell’infanzia di predersi e di ritrovarsi, di cambiare continuamente senza deciderlo, di cadere e lasciarsi portare, di dialogare con bruchi e contesse, di ballare con le aragoste e di nuotare in un mare di lacrime. 

Giocando al the del Cappellaio Matto

Spero che questa passeggiata con Alice abbia portato un bel po’ di meraviglia nella vita di ognuno di noi, dei bambini e degli adulti, nell’inverno di questa città.
....Per noi almeno è stato così.

Tagliatele la testa!

venerdì 7 marzo 2014

Lasciarsi sorprendere



Mettendo in ordine le foto della Ludoteca, mi imbatto spesso in cose che non ricordavo o che sono state fatte mentre non ero presente. 
I laboratori della Ludoteca Mondolfiera si caratterizzano per la semplicità delle proposte, l’utilizzo di materiali poveri o di riciclo e l’attenzione al processo più che al prodotto. Si propongono i materiali in maniera che i bambini, e gli adulti che ne hanno voglia, possano utilizzarli con autonomia e creatività, esprimendosi in maniera personale e originale. 
A volte vengono fuori delle cose che ad una un po’ "pissera", come me, sembrano un po’ poco curate.. “fatte male”.... ma poi le educatrici, più giovani e creative, mi dimostrano la mia cecità e allora mi appare chiaro come ogni accartocciamento, sgocciolatura, taglio storto abbia un suo valore e una sua ragione sulla quale non si può proprio intervenire. 
Così succede che osservi le cose con altri occhi e mi trovi davanti a dei capolavori che mi sorprendono.


Quando si parla di fare il collage, si può parlare di tante cose diverse, io trovo che sia una tecnica  interessantissima. Un po’ di riviste o di carta da regalo, colla (anche solo acqua e farina) e un foglio dove incollare quello che ci piace e ci colpisce. 
Possiamo lavorare seguendo un progetto o improvvisando e lasciandosi stupire da quello che viene fuori, cercare delle figure o raccogliere pezzi di immagini cercando colori particolari o piccoli dettagli. 

Ci capita spesso di proporre il collage come attività per giocare, raccontare, esprimere qualcosa ecc. sia con i bambini che con adulti. La cosa che mi piace del collage è che richiede un impegno di decentramento e di fantasia. Le cose che vengono ritagliate, una volta incollate sul foglio diventano altro, si trasformano, ci sorprendono. 
Se poi si lavora con più materiali o si collegano i ritagli con altre tecniche (matite, pennarelli, pittura, ecc..), quello che viene fuori è davvero interessante e originale... alla faccia degli stereotipi figurativi.

post di B.Hoffmann

venerdì 31 gennaio 2014

Il buono delle donne



articolo di Barbara Hoffmann
Lo scorso mercoledì mattina, dalle 10.30 a mezzogiorno, è partito un appuntamento curioso al Laboratorio per la Pace in Via Calò 22/24. 
In collaborazione con il Centro Paci ( per saperne di più http://www.comune.fi.it/export/sites/retecivica/comune_firenze/ultime_notizie/e0240.html ), si organizzano  degli incontri molto informali per parlare italiano, prendere insieme un tè e fare qualcosa con un piccolo gruppo di donne ospiti del centro . In particolare facciamo la maglia e l’uncinetto, e non perché le donne debbano stare per forza a “fare la calza”, ma perché è un modo piacevole di  usare le mani, creare piccole cose, ingegnarsi e divertirsi insieme. È un lavoro che le donne, con alcune varianti e metodi diversi,  fanno quasi ovunque nel mondo e si può fare anche senza molte spiegazioni verbali , semplicemente guardandosi l’una con l’altra e imparando dai gesti e i movimenti delle mani, mettendo insieme saperi e idee.Comunicando per prima cosa col corpo e col fare, un fare che ci portiamo dietro per storia personale, anche se ogni volta diversa.

Il progetto si chiama “Storie di donne sul filo di lana” , per ora siamo un piccolo gruppo ma l’idea ci sembra molto bella. Permette alle donne del Centro Paci di uscire dall’isolamento e alle altre di conoscere storie diverse, ma forse non poi così lontane.


Il primo incontro è partito con qualche timidezza, le signore del centro parlano poco l’italiano e inizialmente comunicavamo un po’ a fatica, ma poi piano piano il clima si è sciolto e si è cominciato a parlare, raccontare di noi, ridere e fare progetti.. tante idee... e da cosa nasce cosa

domenica 5 gennaio 2014

I lettori da giovani- 3

Il blu è un colore caldo  di Julie Maroh, Edizioni Rizzoli Lizard
recensione di Camilla Laponti

Questo libro parla della meravigliosa, incessante, morbosa passione che travolse senza esitazione la giovane Clementine in un giorno della sua vita che considerava molto importante.
Questa passione ha un nome: Emma, capelli blu, labbra piene, occhi azzurri dallo sguardo fiero e coraggioso e una stupefacente voglia di vivere, di creare ed essere se stessa, senza mai provare paura o vergogna. 
Perché questo stupendo e profondo sentimento che riesce a coinvolgere queste due giovani donne non è capito e accettato da tutte le persone che le circondano; e mentre Emma sembra non curarsi dell’opinione altrui, Clementine ha paura. Paura di sentirsi sbagliata, di non riuscire neanche lei a dare un senso a questa irresistibile attrazione che la spinge fra le braccia di questa strana ragazza dai capelli blu.
“…-CLEMENTINE: Hai mai avuto vergogna di essere così?
-EMMA: Solo l’amore può salvare questo mondo. Perché dovrei vergognarmi di amare?...”

 

Giocare e costruire con "niente"


Qual'è il senso di proporre ai bambini un momento e uno spazio per giocare progettare e costruire partendo dal "niente"? Che confidenza hanno i bambini di oggi col vuoto, con la mancanza di giocattoli già pronti, predisposti in strutture rigide, che tendono a ripetere schemi? Che valore c'è nel sentirsi capaci di inventare, realizzare qulacosa, partendo da ciò che non c'è?. 



In questi mesi al laboratorio abbiamo applicato l'essenza del nostro spazio quella appunto di essere un laboratorio, dove si trovano attrezzi, materiali e dove si usano  le mani in diretto collegamneto col cervello.
Un allenamento utile, un occasione di crescita che spesso è poco presente nella vita quotidiana di questa generazione di bambini. 

Esplorare un materiale dal punto di vista delle sue potenzialità, attivare l'immaginazione attraverso il racconto, costruire l'attenzione con cui si impara a risolvere i problemi che via via si pongono, le mille domande che appaiono: 
come faccio a far stare in piedi il mio dinosauro di cartone? 
con che forza devo agire per spillare due cartoncini? 
come faccio a far muovere il braccio del mio pupazzo? 


Facciamolo insieme, a piccoli passi e dal niente nascono città, dinosauri, gnomi che portano doni, piste per le biglie, parole, pensieri, imparando ad aiutare solo quando serve le loro mani. 

Ndt: per l'attività dei dinosauri ci siamo serviti di "CartArte" di F.Silei edizioni Artebambini