Ascoltando Alice |
In Ludoteca nei mesi invernali
abbiamo proposto la lettura di alcune parti del capolavoro di Lewis Carrol “Alice
nel paese delle meraviglie” .
Dipingendo il Bianconiglio |
Ultimamente in preparazione dell’incontro finale
del percorso ho ricercato, senza risultato, l’edizione che leggevo da bambina di cui
ricordo perfettamente la copertina. Era
un libro appartenuto a mia madre, quindi
risalente agli anni 50 e le illustrazioni erano in puro stile anni 50 sia per
la tavolozza cromatica con azzurri polvere e neri profondi, sia per le linee
delle figure leggermente spigolose.
Il croquet |
L'esercito della Regina di cuori |
Girovagando nella rete
seguendo le tracce di “Alice”,
ci si rende conto di quanto potente sia stato l’immaginario costruito da Carrol.
“Alice in wonderland” è stato illustrato innumerevoli volte, ha ispirato moltissimi artisti (passando da Dalì e arrivando a Tim Burton), e ci sono migliaia di oggetti d’arte e artigianato che si rifanno ai suoi personaggi e al suo mondo.
Ma ciò che ci rimane di lei, è soprattuttoil suo sguardo bambino serio e giocoso.
Credo che nei libri di Carrol si trovi una storia che ci racconta qualcosa che tutti abbiamo posseduto almeno una volta tanto tempo fa:
il senso di normale follia, la capacità unica dell’infanzia di predersi e di ritrovarsi, di cambiare continuamente senza deciderlo, di cadere e lasciarsi portare, di dialogare con bruchi e contesse, di ballare con le aragoste e di nuotare in un mare di lacrime.
Credo che nei libri di Carrol si trovi una storia che ci racconta qualcosa che tutti abbiamo posseduto almeno una volta tanto tempo fa:
il senso di normale follia, la capacità unica dell’infanzia di predersi e di ritrovarsi, di cambiare continuamente senza deciderlo, di cadere e lasciarsi portare, di dialogare con bruchi e contesse, di ballare con le aragoste e di nuotare in un mare di lacrime.
Giocando al the del Cappellaio Matto |
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