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domenica 27 febbraio 2011

Fermati e ascolta....

Nella serata di Venerdì 25 febbario  dalle ore 21
un incontro  delle Letture di Mutuo Soccorso dedicato alle

Illustrazione di Valerio Vidali

STORIE  DI MIGRAZIONE





Durante la serata proiezione del film
“Pane e cioccolata”di F. Brusati
Visione della mostra
“Una storia di migrazione che mi riguarda”
Cerchio di racconti di viaggi, di spostamenti vicini e lontani  piccole storie da condividere


Una buona occasione per fermarsi ad ascoltare….

Mia madre mi parlava poco nella lingua della città dove era nata, Barcellona. Per me era un posto lontano dove lei piccola camminava sui grandi viali con le palme pettinata con i boccoli che mia nonna per ore inanellava con l’acqua di colonia, uno a uno, e il fiocco in testa. Stava fuori fino a tardi nelle notti d’estate perché là anche i bimbi piccoli potevano andar a letto tardi, non come noi che eravamo a letto dopo Carosello e anche se era ancora giorno fa niente. Di quella lingua bella e musicale non mi ha insegnato nulla perché in casa parlavano italiano, ma mi ricordo bene due filastrocche che da bambine ci recitava spesso a me e a mia sorella. Così di quei primi 18 anni di mia madre in una grande città lontana e in un lingua diversa, mi rimangono soprattutto queste parole in una lieve cantilena…tengo una muñeca vestita de azul con su camiseta e su sotanas su….


Mio nonno, al ritorno dalla Cina, non più giovane, si fermò in Italia: prima qualche anno a Roma e poi in Toscana, dove sposò una giovane delle montagne pistoiesi, donna sana e forte che lo accudì in vecchiaia e gli diede 5 figli.  Si dice che il Nonno Giovanni fosse un rabdomante, in montagna lo ricordano in giro con i legnetti tipici per trovare le sorgenti d’acqua sotto terra, era affascinato dell’esoterico e dalle credenze magiche, aveva cimeli provenienti da luoghi diversi del mondo che lo circondavano di una aria un po’ misteriosa, magari erano solo souvenir ma per le persone di quel tempo erano oggetti pieni di fascino e magia.  C’è chi dice che fosse un medium e parlasse con gli spiriti. Io credo che fosse solo un uomo un po’ eccentrico, molto studioso e curioso, un po’ egocentrico ( si continuava a firmare Von Hoffmann, come per  ribadire una sua vena di nobiltà). Ha fatto studiare i suoi figli, anche le ragazze, ma non è stato molto affettuoso con loro. Di lui e nella mia famiglia rimane solo un lontano ricordo di un avo viaggiatore ed eccentrico dal quale tutti, nel più profondo,  pensiamo di aver preso qualcosa 

Mia madre ha lavorato in Libano insegnando l’Italiano ai libanesi che volevano venire a studiare in Italia e mio papa era funzionario all’aeroporto di Beirut.
Durante le feste tutti quanti ci si trovava a casa dei nonni. Eravamo cosi numerosi che si doveva qualche volta fare due turni per mangiare, prima mangiavano i più piccoli e dopo i grandi. Era una Babele di lingue, un miscuglio di Italiano, Francese, Inglese, arabo e Armeno. Stranamente tutti ci si capiva bene, non c’era bisogno di interpreti. Per gli stranieri della mia famiglia era una festa ricevere i parenti che provenivano dall’estero durante l’estate. Era una festa per tutti perché l’ospitalità del Libano voleva che chiunque che viene da fuori si possa trovare come se fosse a casa sua.
Mia madre dopo tanti anni ha imparato la lingua araba letta e scritta (anche se con qualche difficoltà). Ha imparato la cucina libanese, la politica libanese e le parolacce in arabo. Vive sempre in Libano che è ormai la sua patria pur amando sempre l’Italia.

Gli incontri di Letture di Mutuo Soccorso si svolgono presso Circolo SMS via Pratese 48 Firenze

sabato 19 febbraio 2011

Con tutti i "mal di pancia"

Illustrazione di B.Alemagna
Il 18 Febbraio, si è riunito, al Laboratorio permanente per la Pace, il gruppo di studio sul tema del razzismo. Il gruppo è piccolo ma ben assortito, quindi avremo la possibilità di confrontarci da punti di vista diversi. L’incontro di oggi è servito principalmente per conoscerci un po’, capire cosa ci ha spinto a partecipare e quali siano le questioni che ci interessano maggiormente.
Intendiamo affrontare il tema del razzismo partendo da una dimensione di totale sincerità, senza ipocrisie, mettendo a nudo le nostre difficoltà, tutti i “mal di pancia” che questo tema può provocare. Con la percezione di non essere affatto indenni da idee razziste, stereotipi e pregiudizi. Accogliendo i disagi e le frustrazioni derivanti da esperienze quotidiane che ci mostrano una realtà conflittuale e problematica del rapporto con l’altro (sia  con “gli stranieri” che con “i razzisti”). La difficoltà a governare, prima di tutto in noi stessi, le emozioni che l’incontro-scontro con alcune realtà ci provoca. L’idea è quella di lavorare senza ipocrisie, senza giudicare, cercando di osservare le cose da diversi punti di vista. Dopo aver parlato per circa 2 ore, cercando di far emergere tutte le posizioni, abbiamo provato a individuare alcuni temi particolari sui quali concentrare l’attenzione:
1)      Quali sono le basi del razzismo? psicologiche, antropologiche, sociologiche. Cosa è che muove negli uomini il comportamento razzista? Che tipo di sentimenti e di emozioni sono dietro a questo fenomeno?
2)      Il tema dell’IDENTITA’, come si costruisce l’identità, come si confrontano identità diverse, che relazione c’è tra la percezione identitaria e il fenomeno del razzismo? Perché e quando l’identità si sente minacciata? Perché e quando l’atto di decentrarsi e/o di mettersi nei panni dell’altro viene percepito inutile o addirittura rischioso per la propria identità?
3)      Quali sono le possibili strategie, i comportamenti, le azioni, che ognuno di noi può mettere in gioco per  innescare un cambiamento di rotta, per sentirsi più coerenti nella relazione con l’altro e fare dei piccoli passi verso dimensioni evolutive e aperte al cambiamento (sia dentro che fuori di noi).

Ci siamo lasciati fissando un nuovo appuntamento per la fine di Marzo, al quale ognuno porterà qualcosa da discutere sul primo argomento.
 B.Hoffmann

Se qualcuno è interessato a partecipare di persona o con un contributo di riflessione e materiali può contattare Barbara Hoffmann all'indirizzo ghigoasmar@iol.it